martedì 11 marzo 2014

L'inizio.

Ha perso tanto, ma ha guadagnato tutto lui.

Girandosi ride pensando a quante lacrime si sono asciugate; non rimpiange quello che è stato perché quello che è stato lo ha colpito e accarezzato e non cambierà, sarà il manifesto di una stagione passata, di un pezzo di vita che si è inchinata al tempo che non perdona.

Da tutto questo ha imparato che per i rimpianti non c’è mai spazio, che chi porge troppo spesso l’altra guancia non riceverà altro che schiaffi. Ha imparato che dai temporali non ci si asciuga mai del tutto, e che le sigarette possono essere tue amiche se sai parlarci, il tempo invece no, non ti regala neanche un secondo. Il cielo è solo il riflesso di un paio di occhi, e l’amore delle lenzuola sudate. Sui ponti puoi inciderci i ricordi di un’estate, e dove muoiono parole nascono silenzi che urlano.

Tu sogna pure se ne hai voglia, ma gli occhi tienili aperti, perché si può morire anche dormendo, ma tu fallo lo stesso.

Ha imparato che negli angoli non c’è sempre un castigo, a volte è l’unico posto con le spalle coperte. E non bisogna farsi scrupoli, perché il mondo è degli stronzi, e la vita è un insieme di scelte, destra, sinistra, non importa, basta camminare.

Questo è il racconto di un ragazzo che non c’è più, è morto trafitto da due lampi azzurri che sono gli occhi della persona che lo ha salvato. Ora dalle sue ceneri è nata una nuova persona, qualcuno che finalmente ha capito cosa vuol dire vivere.


G.R.


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