giovedì 12 giugno 2014

Vicky.

Vicky amava il sesso, lo adorava, penso che solo in quei momenti si sentisse viva. C'era forse solo un'altra cosa che preferiva al sesso: addomesticare uomini, sì, tenerli costantemente in bilico tra le sue voglie da soddisfare e la luce di passione che ad ogni uomo si accendeva negli occhi quando Vicky decideva che lui sarebbe stato il suo prossimo passatempo. 

Penso fosse un dono innato il suo, nessun'altra donna sapeva tenere per le palle un uomo come lo faceva lei; li faceva sbavare tutti, li torturava facendo intravedere il suo corpo perfetto, li spogliava di tutto, dignità compresa, e poi ci giocava, fin quando il giocattolino perdeva d'interesse. Nessuno maschio era al sicuro dalla sua fame: avvocati, impiegati, postini, facoltosi, nullatenenti, palestrati, pelleossa; tutti cadevano alla fine, facendo tutto ciò che quella Venere di Vicky chiedeva.

Ora era il mio turno.

Non ero speciale per Vicky, solo uno dei tanti, la avevo stuzzicata tanto quanto altri mille prima di me, o forse neanche questo, probabilmente era solo annoiata. Bisogna dire però che era davvero stupenda, una puledra di quelle che tutti gli stalloni vorrebbero ingropparsi; bionda, alta, curve da togliere il fiato, e quello sguardo, due occhi glaciali, spietati ma allo stesso tempo irresistibili, era impossibile non cadere nelle sue grinfie. 
L'ho conosciuta ad una pompa di benzina, faceva caldo quel pomeriggio, era pieno agosto, e Vicky a bordo delle sua Porsche rosso fiammante si affiancò a me: "Uuuuf! Che caldo che fa oggi!", una goccia di sudore sprofondò nella sua scollatura vertiginosa, due tette che sembravano scolpite, io seguendo la piccola goccia con lo sguardo risposi: "Eh si!", sorrise: "Io sono Vicky, tu sei?" "Piacere, John!" "Certo che qui in Texas è pieno di bei fusti", ammiccò, "John non è che potresti aiutarmi con il pieno? Sai non sono molto pratica di queste cose, ma in altre dicono che io sia la migliore."

Fu un attimo, mi ritrovai a scoparmi Vicky, o meglio, ad essere scopato da lei nel motel di fronte alla pompa di benzina. Fu stremante, era una vera furia a letto, non mi lasciava un secondo nemmeno per riprendere fiato: schiaffi, graffi, morsi; quella puttana ci sapeva proprio fare. Mi risucchiò via l'anima in un'ora di sesso sudato, dopo che fu sazia, si alzò, andò in bagno, si sistemò il rossetto e si rimise il vestito senza le mutandine: "Mio piccolo John, per un'ora sarebbero 500."

È stata probabilmente la scopata migliore della mia vita, anche la più costosa per quello, chissà se a Vicky è piaciuta quanto a me, probabilmente è stata solo una delle tante, beh sicuramente è stata l'ultima visto che ora in mezzo agli occhi ha un bel foro di proiettile. 

Io di solito ammazzo solo su commissione, ma se lo meritava proprio quella gran puttana, 500 dollari erano davvero troppi.


G.R.

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